GABRIELLA MERCURI - Poetessa che vive a Taviano (Lecce)
ma due o tre volte all'anno viene a Torino , dove ha vissuto dall'età di 9 anni fino a quando non si è sposata. (Vedi filmati della puntata su YOU TUBE - DIMAUTORE2010 ) .
Gabriella ama tutto ciò che stimola la sua creatività, adora pertanto i fiori, la campagna e i gatti forse perchè le ricordano il proprio istinto randagio e perché li ritiene creature affettuose ma nel contempo libere e indipendenti. Appena può viaggia e arricchisce il bagaglio culturale.
Legge Thomas Mann, Wilbur Smith, Bevilacqua, Camilleri, Coelho e Hosseini. In questa singolare selezione si fa convincere più dai titoli che dalle recensioni.
Scrive poesie perchè fin da bambina sente forte il fascino di Pascoli e Leopardi. Con gli anni e l’esperienza impara a conoscere Pablo Neruda e se ne invaghisce.
Il suo cammino poetico comincia “clandestinamente” nel gennaio del 1981. Debutta ufficialmente con “L’Urlo del Passato“ che presenta nel marzo del 2006 a Taviano e nel settembre del 2006 a Torino.
Nel 2007 si aggiudica il Premio speciale della Giuria nel concorso “Chiave di Volta”. Nel 2008 si aggiudica il 3° premio al Concorso Letterario Marco Mazza e viene premiata alla Fiera del Libro di Torino. Sempre nel 2008 il suo Salento la premia con il 1° premio al Concorso Vittorio Bodini.
Nell’aprile 2009 presenta il suo secondo libro “HO SCOMODATO UN SOGNO”.
Marco è stato ospite giovedì 18 Febbraio al Circolo CRAL Smat di Torino al 2° Meeting della Poesia e Narrativa " Autori in vetrina " promosso dal Club dei Cento di Radio Italia 1 e ha presentato il suo ultimo libro " Sulla riva del fiume - Cronache delle genti di Po ". In trasmissione ha riproposto questo ribro ai radioascoltatori leggendo alcuni stralci del testo con una grande inerpretazione come dicitore, attore, umorista .
Terzo ospite della serata la scrittrice CLAUDIA PEZZUTTI, presentataci dalla DANAE Ditribuzione di Rieti e intervistata al telefono da Laura Scaramozzino. Dice di lei :
" La passione della scrittura mi accompagna fin dall’infanzia in cui mi dilettavo a inventare storie da condividere con la mia famiglia. Questa stessa passione, dunque, matura insieme a me e viene contaminata sia da elementi autobiografici, sia da elementi di pura fantasia. Il mio modo di approcciarmi alla scrittura da sempre consiste nel prendere spunto da un’immagine reale o da un immagine che mi sono creata, spesso anche in sogno, e costruirvi una storia attorno.
Ma petite Antoinette è stato il frutto di una “raccolta d’immagini” (e di appunti) di due anni che poi si è trasformato in una storia compiuta.
Lo stesso anno della sua uscita, il 2007, ho pubblicato un racconto di fantasia per bambini con Tabula Fati dal titolo Il segreto del soffione, dopo che nel 2005 questo si era classificato al secondo posto al concorso internazionale di letteratura per l’infanzia di Schwanenstadt (Austria).
Ma petite Antoinette, invece, è stato nel 2007 finalista del premio internazionale di scrittura Vladimir Nabokov. "
Un romanzo che si fa leggere con piacere, scorrevole quasi sempre, con un ritmo naturale quasi mai statico.La protagonista ripercorre la storia d’amore dei suoi genitori con grande compassione, un amore “infinito” che non conosce simili e neppure alternative, che non può comparire in nessuna classifica perché è unico. In realtà sembra capire che si tratta della storia di sua madre più che della coppia, di sua madre “nella” coppia. Una madre che è soprattutto donna, quindi moglie, e poi madre, al punto che alla morte del marito sembra dimenticare di avere due figli e si consuma nel dolore immenso, senza aver più nulla da dare…a nessuno, neppure ai suoi figli.Ma il romanzo è anche la storia della grande sofferenza della protagonista, che si sente dimenticata, quasi inesistente per sua madre soprattutto dopo la morte del padre. È il racconto della sua trasformazione, della sua esperienza di trasformazione da bambina a donna, da figlia a madre di sua madre.Il libro è simpaticamente divertente in alcuni punti, soprattutto laddove la protagonista ha bisogno di trattare la storia con disinvoltura, umorismo e autoironia; è commovente nell’insieme, è uno di quei libri che ti fanno sentire una stretta al cuore quando arrivi all’ultima pagina…. (Gina Sfera)
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