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sabato 24 aprile 2010

Trasmissione del 13 Aprile 2010


Nuova puntata del Prof. PIERO BURZIO filosofo, saggista e romanziere a Dimensione Filosofia.
Per chi si è perso le precenti puntate diciamo che Piero Burzio è professore di Storia e Filosofia nei Licei e docente collaboratore all’Università di Torino.

Promotore di un «Salotto eno-gastro-letterario», dal 2000 tiene corsi all’Università Popolare di Torino. Le sue passioni sono la musica e lo sci-alpinismo.
Tra i suoi scritti, “Introduzione alla lettura della Fenomenologia dello Spirito di Hegel” (Utet, 1996), “Ferite del Lógos. Pierre Klossowski e la filosofia della religione” (L’Arciere, 2001), “Filosofia contemporanea” (Sei, 2003), “La passeggiata del filosofo” (Sei, 2004), "Il pensiero delle origini. Da Talete ai sofisti" (Edizioni Angolo Manzoni - Collana Saggi, 2007); attualmente sta lavorando a un saggio su Georges Bataille.
Ha soggiornato a lungo in Brasile, esperienza da cui è nato il romanzo "Il flauto d’acqua dolce" (Edizioni Angolo Manzoni, 2007), con il quale ha esordito nella narrativa. Sempre per i tipi della Edizioni Angolo Manzoni, nel 2008 ha pubblicato in CORPO 16 “Kin dei monti”, entro il progetto “Superare le barriere di lettura”, realizzato anche mediante il contributo finanziario del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Nella nostra tramissione ha dato vita a una serie di puntate denominate " Dimensione Filosofia " ogni secondo martedì del mese. Trattando svariati argomenti filosofici come l'Amore, il Bene,la Bellezza, la Verità, Dio, seconda puntata sull 'ATEISMO. Valgono più di mille parole i filmati fatti al Prof. Piero Burzio su YOU TUBE su DimAutore, per cogliere l'eccezionale bravura e competenza didattica del nostro simpatico ospite e amico del martedì. Numerose segnalazioni sono pervenute in Redazione da radioascoltatori e scrittori ricche di note positive e complimenti.

E' seguita poi l'intervista telefonica alla scrittrice MARIELLA PLUMERI CATERINI segnalataci dalla DANAE Ditribuzione.


Mariella Plumeri Caterini ama dire di sé che scrive da sempre. A nove-dieci anni pubblica alcune poesie su periodici per bambini. Scrive e pubblica, in seguito, numerosi racconti, con lo pseudonimo Barbara Antonelli (dal nome delle due figlie Barbara e Antonella) su periodici Mondadori e Rizzoli.

Poi decide di firmarsi con il suo vero nome.

Da anni, fino ad oggi, collabora con Silarus, rivista di cultura e letteratura. La sua fiaba “Il ciclamino” è fra le premiate all’Andersen nel 1996. Nel 1998, pubblica il romanzo “Istantanee con Bambina” menzione d’onore al Premio Pisa dello stesso anno. Raccoglie in volume le sue fiabe nel 2002. Attualmente ha in pubblicazione un nuovo romanzo che s’ispira ai suoi vari viaggi e soggiorni in India, negli anni ’90.

(L’autrice risiede in Toscana fin dal 1960. Moglie di un ingegnere pisano, ha tre figlie ormai adulte e tre nipotini. Vive da alcuni anni in un casale ristrutturato nella campagna toscana.)


Recensione di Bruna Nizzola
Questo libro accoglie il lettore con lo scenario di una stanza disadorna, soffusa da una fredda luce bianca, da asettica sala clinica. Poi le figure sembrano animarsi. Tutto prende vita, ma non per presenza e movimenti di oggetti e persone, bensì per un avvincente fluire di parole che si fanno teatro di ricordi e d'emozioni profonde. Con peculiare abilità narrativa, l'autrice conduce il lettore da una pagina all'altra e all'altra ancora. Non si smette fino all'ultimo racconto e alla sorpresa dell'ultimo dialogo. Ogni racconto è infatti preceduto da spezzoni, presentati con l'immediatezza di un'istantanea, di un intimo colloquiare delle tre donne. Fra loro c'è un confronto diretto che, bisturi impietoso, scarnifica le loro anime alla ricerca dei “perché”, della “verità”. Sarà proprio con l' ultima istantanea che s'acquieterà, come in una benefica definitiva seduta di psicoanalisi, il disagio sottile, un senso di sofferenza che pervade la narrazione e che coinvolge, suo malgrado, l'attento lettore. Motivo conduttore della narrazione è infatti l'infanzia negata, rappresentata nell'indiscussa protagonista dei vari racconti: la Bambina. Una bambina di “una volta”, quando il bambino era considerato solo oggetto e non soggetto della propria crescita. Oggetto di cure, se gli andava bene; oggetto di regole imposte con autorità, spesso ghettizzanti (qui i bambini, lì gli adulti). Mai soggetto di scelte, mai individuo, mai “persona”. L'autrice, con prosa fluida e accattivante, cattura l'attenzione del lettore con il suo racconto che è anche teatro di un periodo in cui può riconoscersi un'intera generazione, quella di persone ora un po' datate, ma che anche ai giovani, nel necessario recupero delle loro radici attraverso la memoria del passato, può dare motivo di riflessione attenta e profonda.

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